Quell'insostenibile leggerezza
07/09/2020 -
Con l'avanzare degli anni, il tessuto osseo va 'alleggerendosi'. È un processo in parte fisiologico, ma al contempo da scongiurare con interventi semplici e naturali, perché la vita chiede di esser danzata con agilità e brio a qualsiasi età!
Nel mezzo del cammin di nostra vita accade che lo scheletro inizi a 'rarefarsi', perdendo compattezza, massa e densità. Il processo di modellamento e consolidamento osseo - che accompagna con costanza i primi 30 anni di vita e si stabilizza nei successivi venti - inverte la rotta lasciando posto a una progressiva riduzione quantitativa e qualitativa del tessuto osseo, il quale si indebolisce e si assottiglia.
Si chiama osteopenia ed è un'evoluzione in parte naturale, come se il corpo volesse prender distanza dalla materialità con l'avanzare degli anni e il fisico sottrarsi da un dinamismo e una prestanza che, in certa misura, non gli corrispondono più.
Ampliando di un po' lo sguardo, scopriamo che la stessa 'rarefazione' è avvenuta anche a livello evolutivo. Una ricerca condotta dall'Università di Cambridge ha infatti documentato quanto i nostri scheletri si siano alleggeriti da quando siamo diventati civiltà agricola e stanziale rispetto a quelli, decisamente più robusti, dei nostri avi cacciatori-raccoglitori di 7000 anni fa.
E' stato calcolato un alleggerimento di circa il 20%, che pare aumentare velocemente oggi, a causa del nostro stile di vita evolutosi da stanziale a... sedentario!
Quel che serve, dove serve
Nell'osservare questi passaggi, sia fisiologici sia evolutivi, è interessante constatare l'esistenza di un'intelligenza biologica che induce l'organismo a produrre “quel che serve, quando e dove serve”. E' un principio basilare dell'omeostasi biologica che governa il nostro organismo, assimilazione del calcio compresa, e ne è riprova quanto accade agli astronauti, di cui è ormai nota la repentina decalcificazione ossea durante i viaggi spaziali: le diverse esigenze dell'apparato muscolo-scheletrico in un ambiente privo della gravità terrestre sembrano suggerire al corpo di alleggerirsi rapidamente del 'superfluo', che risponde con una massiccia espulsione di calcio, quasi volesse smantellare una struttura che 'non serve'! Non è questo un esempio di 'economia biologica'?
Non di solo calcio...
È anche vero, però, che non viviamo nello spazio e dobbiamo fare i conti con un'aspettativa di vita allungata rispetto ai nostri antenati: è necessario pertanto mantenere un apparato osteo-articolare robusto e dinamico più a lungo possibile, ritardando l'osteopenia e ancor più l'osteoporosi, per scongiurare il rischio di facili fratture.
Data per assodata l'importanza di un'adeguata e costante attività fisica che incrementa la densità ossea a tutte le età, anche quando è più compromessa, possiamo dare all'organismo ciò che serve con una corretta alimentazione e, in genere dai 50 anni, con un’integrazione consapevole e intelligente. Tanto più che oggigiorno, con una vita quotidiana sempre un po' di fretta e fatta di pasti veloci spesso consumati fuori casa, può esser difficile avere un'integrazione adeguata e controllata di calcio.
È poi doveroso uscire dal luogo comune che alle ossa serva solo calcio, non cadere nell'errore di consumare alimenti che ne sono particolarmente ricchi come latte e formaggi, senza sapere che è ancor più importante veicolarlo alle ossa!
A dosi elevate ha infatti la brutta abitudine di depositarsi sui tessuti molli, arterie comprese, contribuendo alla formazione di placche aterosclerotiche; è perciò meglio il giusto quantitativo, ma dove serve, integrando quei nutrienti che favoriscono l'incremento di massa e densità ossea.
La remineralizzazione necessita infatti di: vitamina K2, per attivare l'osteocalcina (proteina che stimola l'assorbimento di calcio a livello osseo) e per mobilizzare il calcio dai tessuti molli e convogliarlo alle ossa; fosforo nel giusto rapporto (calcio-fosforo 3:1) e di vitamina D, per favorire l'assorbimento di fosforo e calcio e mantenerne i giusti livelli nel sangue.
Oltre alla componente minerale, la matrice ossea è formata da una frazione organica, che gli conferisce flessibilità e resilienza, composta prevalentemente da collagene di tipo I, molto simile a quello del tessuto cartilagineo. Sai qual è la vitamina che contribuisce maggiormente alla formazione di collagene e, dunque, delle cartilagini? È la vitamina C, una delle nostre più preziose alleate anti-age!
Osservando la Natura: analogie che curano
A ben guardare la realtà attorno a noi, un rimedio semplice e naturale di gran beneficio per ossa e articolazioni lo maneggiamo spesso, solo che siamo più abituati a... buttarlo! E' il guscio d'uovo, composto fino al 96% da carbonato di calcio e altri minerali (tra cui il fosforo... e non stupiamoci!). E che dire della sua membrana interna? I maggiori costituenti sono collagene di tipo I, elastina, acido ialuronico, cheratina, condroitin-solfato e glucosammina, in un equilibrio così bilanciato da renderli altamente biodisponibili e, quindi, particolarmente efficaci per la salute dell'apparato osteo-articolare.
Fatto 'curioso' è inoltre la somiglianza di un guscio d'uovo e le ossa, tanto nella composizione molecolare quanto nella struttura: solida e porosa al tempo stesso, con una membrana simile alle nostre cartilagini.
Forse ora non guarderai più un guscio d'uovo come prima! E se stai pensando di utilizzarlo come supplemento di calcio... beh, perché no? L'importante è polverizzarlo bene e poi aggiungerlo spesso alle pietanze, ma dovrai adattarti a quella sabbietta scricchiolante tra i denti! Più difficile è l'utilizzo della membrana interna saldamente attaccata al suo guscio. Ma sappi che c'è chi restituisce una seconda vita ai gusci d'uovo non utilizzati dall'industria alimentare: li ritroverai sotto forma di comodi ed efficienti integratori in formulazioni studiate ad hoc per il benessere delle ossa!
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